“La mia fotografia e la mia vita sono la stessa cosa, la vedo come un flusso infinito di momenti senza inizio né fine.” – Francesco Gioia
Francesco Gioia è un emergente fotografo londinese, le cui immagini candide e coinvolgenti catturano poeticamente il teatro della vita quotidiana.
Gioia ha attirato per la prima volta l'attenzione dei nostri redattori nel settembre dello scorso anno, quando il suo ingresso nel nostro Street Photography premio Prima selected come vincitore del terzo premio dal giurato (fotografo Magnum) Richard Kalvar. Il loro interesse ha raggiunto un ulteriore picco a dicembre, dopo che la sua immagine è stata scelta da Carol Körting di Rivista Internazionale Leica Fotografie (LFI) come il vincitore del primo premio del nostro Open Call premio, e ancora a giugno, quando fu finalista del nostro Premio Colore giudicato da Brandei Estes: (Head of Photographs at Sotheby's Londra).
Nato a Firenze nel 1991, la creatività di Gioia è stata incoraggiata dai suoi genitori fin dalla tenera età e si è interessato alla fotografia all'età di 20 anni quando ha iniziato a lavorare con un amico di suo padre presso un'agenzia di fotogiornalismo locale. A lui fu affidato un inestimabile archivio storico di oltre 3 milioni di immagini (catturate tra il 1944 e i primi anni '90 dal fondatore Giulio Torrini) tra cui, per usare le parole di Gioia “alcune delle fotografie più incredibili di Firenze degli anni '50 e '60”.
Poco dopo si trasferì a Londra, ed è qui, per le frenetiche strade della capitale inglese, che affina la sua pratica fotografica. Ispirato da artisti del calibro di Garry Winogrand, Henri Cartier Bresson, Josef Koudelka e Joel Meyerowitz, (solo per citarne alcuni), nonché da una profonda curiosità nel mondo che lo circonda, ha esplorato la sua nuova casa, la sua macchina fotografica al seguito, educandosi ai principi della fotografia.
Con acume e abilità artistica, cattura i minimi dettagli della vita quotidiana per le strade della città; quei momenti fugaci che ai più passano inosservati, ma visti attraverso i suoi occhi, generano un potente senso di intrigo.
“La mia fotografia si basa sull'idea della transitorietà e che tutto per me è qualcosa di cui puoi goderti brevemente… una cosa transitoria. È questa instabilità e fugacità del tempo che mi affascina…” – F.G
Ricca di colore; bagnati dalle ombre e punteggiati da frammenti di luce, sono invariabilmente atmosferici, permeati da un palpabile senso di drammaticità che forse parla del suo amore per il cinema; più specificamente: "film noir, espressionismo tedesco, nuova era hollywoodiana e cinema asiatico”.
“In questi momenti che catturo, che sono di natura fugace, cerco di registrare la luce specifica, la sensazione di un giorno particolare, i vestiti indossati dalle persone, le parole che sono state pronunciate…” – FG
Flirta con l'astrazione, impiegando una litania di tecniche come l'inquadratura creativa; primi piani, o lunghe esposizioni, che aiutano a trasmettere il dinamismo della scena. Occasionalmente spara attraverso le finestre, le loro superfici parzialmente oscurate da riflessi, luce o umidità, e invariabilmente funziona in modo intuitivo, il suo approccio 'basata sull'immediatezza e l'istinto' piuttosto che il perseguimento di una narrazione particolare, in modo da lasciare spazio alla reazione dello spettatore, e “portare le proprie prospettive”.
Sebbene le sue opere possiedano indubbiamente una sua spiccata sensibilità, a volte non si può fare a meno di ricordare le caleidoscopiche rappresentazioni di New York City che il grande Ernst Haas (un fotografo il cui lavoro Gioia ammira profondamente) catturato tra la metà e la fine del XX secolo, o i capolavori poetici e pittorici di altri primi coloristi Saul Leiter. Certo, ha molta strada da fare per raggiungere le alte vette di tali notorietà, ma il suo potenziale è indiscutibile, così come la sua innata capacità di trascrivere momenti della vita quotidiana in immagini coinvolgenti che stimolano l'immaginazione; suscitare domande e suscitare la nostra curiosità.
“Le migliori fotografie per me sono quelle in cui c'è qualcosa di invisibile, che può essere compreso attraverso la parte visibile. Oggi c'è troppa tendenza a non andare oltre il livello del visibile». -FG
Tutte le immagini © Francesco Gioia