“La realtà è sempre straordinaria.” – Mary Ellen Mark
Una delle fotografe più importanti del suo tempo, Mary Ellen Mark ha trascorso gran parte della sua straordinaria carriera di cinque decenni a catturare coloro che si trovano ai margini della società con incrollabile onestà, acutezza e compassione.
Nata a Filadelfia nel 1940, ha studiato pittura e storia dell'arte, seguita da un master in fotogiornalismo presso l'Università della Pennsylvania e, dopo la laurea, ha viaggiato in Turchia con una borsa di studio Fulbright. Si trasferì a New York negli anni '1960 e trascorse i decenni successivi descrivendo i movimenti controculturali e gli emarginati per pubblicazioni rinomate come LIFE, New York Times Magazine, The New Yorker, Rolling Stone e Vanity Fair.
Spinte da un profondo umanesimo, le immagini profondamente assorbenti di Mark hanno catturato perfettamente le personalità di coloro che ha fotografato, sottolineando la loro umanità, in modo da generare empatia e amicizia nello spettatore.
Sebbene lodata per la sua narrazione, si è sempre vista prima di tutto come una fotografa di strada e possedeva l'innata percettività che è alla base del lavoro delle figure più iconiche del genere. Trascorreva sempre del tempo con i suoi soggetti prima di fotografarli, trattandoli con calore, onestà e rispetto, un approccio che generava un profondo senso di intimità.
Nel corso degli anni ha fotografato, tra gli altri, lavoratrici del sesso a Mumbai, pazienti in un istituto psichiatrico dell'Oregon e adolescenti che vivono per le strade di Seattle, che è culminata nell'acclamato libro STREETWISE e nel successivo film omonimo candidato all'Oscar (prodotto in collaborazione con suo marito, il regista Martin Bell e la giornalista Cheryl McCall).
Nel corso della sua vita ha pubblicato venti libri ed esposto ampiamente in tutto il mondo. Ha ricevuto una miriade di premi e riconoscimenti, tra cui un premio Outstanding Contribution to Photography dalla World Photography Organisation, poco più di un anno prima di morire, nel maggio 2015.
Composto da 26 opere e concentrandosi in particolare sulla sua sorprendente ritrattistica, Allo stesso modo i miei amici, una recente mostra a Londra Salone Huxley, ha segnato la prima presentazione nel Regno Unito del suo lavoro dalla sua inclusione nella mostra collettiva Ritratti di Vanity Fair at La National Portrait Gallery nel 2008, e la sua prima mostra personale in città da oltre due decenni. Ha esaminato il rapporto di Mark con i suoi soggetti e, più in generale, ha cercato di affermare il suo immenso impatto sul tessuto della fotografia documentaria americana.
Il titolo della mostra si riferisce alla poesia Famiglia umana, (presente nel libro fotografico di Mark del 1999 American Odyssey), in cui l'autrice Maya Angelou ci incoraggia a riconoscere e celebrare i nostri punti in comune insieme alle nostre differenze: “Siamo più simili, amici miei/ di quanto non lo siamo”.
Tutte le immagini © Mary Ellen Mark