Damiani presenta una storica raccolta di immagini di Pierre Fatumbi Verger, che documentano gli Stati Uniti negli anni '1930.
Nato in Francia nel 1902, Pierre Verger potrebbe non essere conosciuto quanto alcuni dei suoi contemporanei, ma è stato una figura fondamentale nell'evoluzione del fotogiornalismo e della fotografia documentaristica sociale.
Mentre fotografava personaggi illustri come Diego Rivera, Leon Trotsky ed Ernest Hemingway per importanti pubblicazioni come VITA, è il suo approccio etnografico alla documentazione delle tradizioni culturali e religiose delle popolazioni indigene e delle comunità della diaspora africana in tutto il mondo che definisce veramente la sua eredità.
Le rappresentazioni degli Stati Uniti di Verger segnano l'inizio di un cambiamento nella sua prospettiva, sia stilisticamente che geograficamente. Visitò il paese due volte, nel 1934 e nel 1937, percorrendo migliaia di chilometri in treno da New York City a sud, passando per Washington, DC, fino a New Orleans. Poi a ovest, attraverso l'Arizona, fino a Los Angeles, e poi a nord lungo la costa fino a San Francisco.
Mentre, a quel tempo, fotografi come Dorotea Lange e Walker Evans, che lavorava con la Farm Security Administration, si concentrarono sulla difficile situazione dei braccianti agricoli sfollati a causa del Dust Bowl, Verger catturò un lato diverso dell'America dell'epoca della Grande Depressione.
Non ha esitato a documentare le lotte socioeconomiche affrontate dalle comunità povere ed emarginate, in particolare dagli afroamericani che vivono in condizioni di segregazione, sia legalmente che nella pratica, così come dalle comunità di migranti provenienti da Messico, Cina e GiapponeTuttavia, le sue immagini offrono una prospettiva sfumata.
Raccontano momenti di gioia, solidarietà ed espressione culturale, in particolare ad Harlem, dove ha catturato la vivacità di una comunità segnata dall'eredità dell'"Harlem Renaissance", offrendo uno sguardo su come le comunità nere hanno forgiato i propri spazi di resistenza e resilienza in mezzo a una discriminazione sistemica.
Alcune delle immagini di Verger di questo periodo sono state pubblicate in Parigi Soir, un quotidiano francese, che accompagnava articoli sulla vita nell'America della Grande Depressione. Tuttavia, la maggior parte delle sue fotografie non corrispondeva alla narrativa prevalente di povertà e sofferenza e quindi è rimasta inedita fino ad oggi.
Le 150 immagini contenute in questo libro, selectricavate da oltre 1,000 negativi nell'archivio di Verger dallo studioso e fotografo brasiliano Javier Escudero Rodríguez, rappresentano la più completa selectuna delle opere americane di Verger mai realizzate e uno dei ritratti più avvincenti dell'America degli anni '1930 esistenti.
Questa serie di opere rappresenta un momento cruciale nella carriera fotografica di Verger, creando un ponte tra i suoi primi lavori umanisti europei, fortemente influenzati dal suo connazionale Henri Cartier-Bresson, incentrati sui rituali della vita quotidiana nelle comunità operaie, e il suo successivo approccio etnografico più immersivo.
I suoi viaggi attraverso gli Stati Uniti segnarono l'inizio del suo profondo coinvolgimento con le dinamiche socioculturali delle comunità. Andando oltre la mera registrazione di momenti estetici, Verger iniziò a esplorare i profondi contesti culturali e storici che plasmavano queste comunità – un tema che avrebbe definito il suo lavoro successivo. Brasil (dove si stabilì a metà degli anni '1940 e si immerse profondamente nella cultura afro-brasiliana), nei Caraibi e in Africa.
Questa raccolta di fotografie è, quindi, non solo una straordinaria testimonianza visiva di un momento significativo della storia americana, ma anche una parte essenziale del percorso di Verger per diventare una figura di spicco nella documentazione del mondo afro-atlantico.
Tutte le immagini © Pierre Fatumbi Verger
Pierre Fatumbi Verger: Stati Uniti d'America 1934 e 1937 è pubblicato da Damiani ed è disponibile <a href="https://italymeetshollywood.com/wp-content/uploads/2025/02/Catalogo_GDC_2025_web.pdf">questo link</a>