“…il sole che cala verso l'orizzonte, irrompe all'improvviso attraverso una spaccatura nella nuvola, toccando con il fuoco ramoscelli e rami, guardando fuori dalle finestre di una fabbrica abbandonata, dalla superficie ghiacciata di un campo allagato…” – Poster di Jem (estratto da 'Neve')
Deadbeat Press presenta 'Snow', l'ultimo libro fotografico della fotografa britannica Vanessa Winship, che coincide con la sua mostra in corso all'Huxley-Parlour di Londra.
Winship (n.1960) ha sempre attraversato i generi, muovendosi intensamente tra reportage, documentario, ritrattistica e paesaggio. In effetti, il suo acclamato corpus di lavori vincitore del premio Henri Cartier Bresson Foundation (e la più recente monografia prima di "Snow"), Lei balla su Jackson, un'indagine ponderata del sogno americano, presenta un numero significativo di paesaggi accanto ai ritratti intimi per i quali è diventata famosa.
Tuttavia, la sua ultima offerta rappresenta in qualche modo un allontanamento dal suo lavoro abituale – che spesso si concentra su soggetti umani – il primo, in cui le immagini, senza persone, hanno avuto tale precedenza. Oscillante tra colore e monocromatico, le rappresentazioni di paesaggi invernali rurali sono spesso punteggiate da case in legno o strutture fatiscenti e, a volte, faunae, entrambe viventi (e in un caso) decedute.
Le immagini che includono persone sono decisamente meno intime delle sue iterazioni più iconiche: catturate a distanza, o nel caso dell'unica immagine in stile ritratto, il volto del soggetto è nascosto dal suo portamento; la prospettiva leggermente rialzata e l'ampia tesa del cappello.
Ricche di simbolismo e trascritte nel suo distinto linguaggio visivo: sensibile, schietto, profondo e con notevole destrezza, le fotografie formano un'avvincente poesia visiva, intrisa di un sottile ma palpabile senso del dramma.
Fin dall'inizio, non si può fare a meno di essere sopraffatti dalla sensazione che stiano svelando una storia, tuttavia, come è nelle intenzioni del fotografo, e sebbene le origini di Snow risiedano in una commissione, la narrazione non diventa mai evidente. Le avvincenti e fittizie parole del romanziere Jem Poster che permeano, accentuano ulteriormente questa nozione.
Questa sensibilità enigmatica parla dell'abilità artistica unica di Winship, poiché è un corpo di lavoro che assorbe profondamente che suggerisce piuttosto che spiegare e quindi convalida la dichiarazione di apertura della descrizione dell'editore: "Nell'ultima monografia di Vanessa Winship, vediamo che ciò che non è del tutto compreso è molto più avvincente di ciò che è ben compreso".
La mostra contemporanea e in corso 'La stagione' a Londra Huxley-Salotto attinge a sette anni di lavoro, catturati in cinque diverse località geografiche, e segna la prima retrospettiva di Winship nel Regno Unito dalla sua retrospettiva del 2018 al The Barbican. Composta esclusivamente da paesaggi, (alcuni dei quali provengono da 'Snow') stampati su carta giapponese Washi a base di fibre di gelso che sottolineano la delicata tattilità del soggetto, la mostra esplora il tema dell'inverno attraverso i continenti: idee di frugalità, dormienza, e il letargo, ma allo stesso tempo, trasmette un senso di speranza in quelle che sono scene apparentemente cupe.
La neve è disponibile per il preordine tramite Club DeadBeat e "La stagione” è in mostra a Huxley-Salotto Londra Fino al 14 aprile.
Tutte le immagini © Vanessa vittoria, Cortesia Huxley-Parlour