“Guardare queste immagini è un inquietante gioco di specchi. Più li guardo, più mi guardano. Non testimoniano, non hanno niente da dire, ma lasciano comunque il segno.

Scattando queste foto non intendo fotografare la vita ma dare vita e luce alle immagini. Istanbul è molto più di una città per me, è la casa dei ricordi.

Un luogo dai molteplici confini dove riposa la mia infanzia. Questo lavoro è un confronto, una ricerca pittorica di tesori perduti dove costruisco un ponte nel passato per rivelare un presente segreto; in loro il tempo non esiste.

L'atto fotografico mi offre la possibilità di trattenere piccoli frammenti di eternità. Qui e ora, fermo il tempo per vedere più lontano e più difficile.

In una rivelazione definitiva dell'anima, fotografo nel modo in cui sono scritte le poesie, cercando di rivelare qualcosa dentro di noi ". - Pierre Belhassen