Kodoko Un progetto fotografico di Gili Benita
In una realtà frenetica di lavoro senza fine, quando la vita personale sembra essere messa da parte, la solitudine assume un posto più significativo.
“Nel febbraio 2018, sono andato in Giappone per un viaggio di due mesi, per esplorare la cultura giapponese dell'essere soli e il suo incontro con il mio senso di sentirmi solo. In un paese in cui migliaia di persone muoiono da sole ogni anno senza che nessuno se ne accorga, la solitudine raggiunge la sua forma più estrema. Nel mio viaggio sono riuscito a trovare la differenza tra solitudine e solitudine e la presenza positiva dell'esistenza dell'individualismo personale. Nella serie di fotografie che ho scattato, ho cercato di fotografare me stesso e il mio solo attraverso altre persone, passanti nello spazio del Giappone.
La distanza fisica, la paura di essere feriti e la paura dell'intimità non fanno che perpetuare quella sensazione di solitudine. Ad un certo punto, sembrava che alcuni giapponesi usassero i sintomi della solitudine come un meccanismo di difesa che, lavorando, immortala il loro senso di solitudine. Nonostante tutto questo, il senso di solitudine giapponese si è annebbiato nella mia coscienza con un senso di solitudine, che è percepito come più positivo. Il colore, l'estetica minimalista e la bellezza delle cose semplici erano molto visibili a ogni persona in modo diverso.
I personaggi che ho scelto di fotografare mi hanno aiutato a capire il sottile confine tra solitudine e solitudine. Guardare quei personaggi sconosciuti e trovare un senso di identificazione da un luogo lontano, mi ha ispirato a esprimere il senso di sentirmi solo in un luogo dove lo consente, dove altre persone si sentono come me. Soprattutto nel posto più solitario, non mi sentivo più solo. "